HariSeldon
2009-07-05 17:53:10 UTC
Stavolta niente levataccia, la gara è a due passi da casa, e non devo
neanche studiarmi la strada o dannarmi per trovare l'impianto. Conosco
Anzio da sempre, in pratica gioco nel mio giardino. Arrivo comunque
presto, poco prima dei ragazzi dell'organizzazione. Mi dicono che la
partenza sarà posticipata alle 10:30, gli inevitabili disguidi. Non ho
fretta, oggi più che mai, niente scatti, niente virate, niente
riscaldamenti in tonnara. Oggi ragiono da podista: gestione della
fatica, passo lento e costante, niente colpi di testa. Oggi sperimento,
oggi salto veramente nel buio, mai fatto preparazione specifica per il
mezzofondo. Sono eccitato, a breve leggerò altro di me ancora inedito,
niente più ipotesi, saprò se 'sto miglio marino è mio o no.
C'è meno folla rispetto le gare in vasca, davvero pochi anche
considerando che oltre ai master ci sono anche gli assoluti e i bambini.
Faccio la conoscenza di Claudio, M50 patito del fondo e non ama troppo
la vasca, è qui "solo" per riscaldarsi, di pomeriggio si spara la 5km
Anzio-Nettuno. Vedo Claudio e reprimo a fatica la voglia di applaudire,
il confine tra sincerità e piaggeria è difficile da interpretare, specie
per chi non mi conosce. Prendo nota mentalmente "Diventare simile a
Claudio-entro i prossimi 10 anni-anche prima magari".
Mentre aggiorno la lista delle priorità a lungo termine vedo arrivare
Jekill77
- Ma che stamo affà qua???
- Follia Jek, tutta colpa di Ciuco... vabbè un po' pure nostra :)))
Facciamo la fila per l'iscrizione e per il numero scritto sulle spalle.
Niubbissimi di acque libere ci scambiamo le ovvie perplessità del caso e
progettiamo un’articolata tattica di gara: "Annàmo piano e tiràmo a fini
sani e salvi!"
La fine dissertazione è interrotta da una voce che chiama.
- ERRI, ERRI... oh ciao Fabio, cercavo Erri del NG
- Eccolo, è lui!
Do' un volto al leggendario Luca Stipcevich, un torrente di entusiasmo,
una persona che definire 'alla mano/amichevole è riduttivo e
irrispettoso. Luca ti tratta come un amico d'infanzia che non ti vede da
3 giorni
- Oh ragazzi, vi presento 'sto ragazzo del NG! Grande, ErriSceridan!!!
Ahahah ERRI SCERIDAN sicuro!!
- Ehm Luca, sarebbe Hari Seldon, sai Asimov, i romanzi di
fantascienza... pronunciato come lo scrivi... Maurizio, sono Maurizio!!
- Oh ma certo, ma sì :))))... ho letto 'I Robot' quando mi ero fatto
male anni fa... [] ... allora 'sta gara la dovresti affrontare così ma
c'è anche il discorso...[]... mo' ti fai questa e poi a Sabaudia, perchè
la fai Sabaudia eh DAI EH!!!... []...
Ritrovo un vecchio amico che non sapevo di avere. Tra le mille cose di
cui parliamo c'è anche una mezza promessa di entrare nella sua società
sportiva: la situazione dalle mie parti è ancora da definire e l'unica
cosa certa per la prossima stagione è che io continuo a gareggiare.
E' l'ora, si va alla partenza posta a cinquecento metri dall'arrivo: il
percorso è un grosso rettangolo, il suo perimetro è in pratica un miglio
marino (1853m). Ci sono quattro grosse boe che ne individuano i vertici
e due boe più piccole (direzionali) che segnano i punti medi dei due
lati più lunghi. Il criterio è lasciarsi sempre a destra le boe grosse,
pena la squalifica. Chiaro e semplice.
Fanno partire prima gli assoluti, giustamente. Al segnale di via
schizzano via come se facessero un 100 SL, con Jekyll ci guardiamo tra
il perplesso e lo spaventato. Scrollata di spalle, aggiustata agli
occhialini e pronti per la partenza dei master... VIA!!!
Come nelle gare podistiche la correttezza vuole che i più lenti partano
dopo i top, quelli che sono lì per i primi posti. Dalla seconda linea
vedo la stessa foga ammirata negli assoluti.
A due secondi dallo start mi tuffo anch'io, l'acqua è freddina e torbida
per la sabbia. Trovo subito il mio ritmo: bracciate lunghe e rilassate,
lo scopo è scivolare, sentire l'acqua. Poche battute di gambe, si sta a
galla facilmente, pare quasi di nuotare col pull-buoy. Io adoro nuotare
col pull-buoy... m’impongo di restare freddo, di frenare l'entusiasmo,
non è ancora il momento di scomposti balli di gioia per il nuovo mondo
appena scoperto, per l'Hari che non sapeva di amare così il nuoto in
mare, NO! E' presto, devo avere pazienza, il via era pochi minuti fa,
devo essere razionale e badare a quello che sto facendo.
Alzo la testa, il gruppo è già più lontano. Accidenti, vabbè che sto
andando rilassato, ma non sto facendo nuoto libero, sto comunque
spingendo. Realizzo che sono caduto nell'errore tipico del niubbo
marino: nuoto senza "scarrocciare" cioè mi sposto puntando la prima boa
media e la corrente mi spinge verso i frangiflutti facendomi allargare
la traiettoria. Da questo momento in poi è tutto un zigzagare, dovevo
tenerne conto si da subito. Ma continuo a nuotare senza rimproverarmi
come in passato, mi sto divertendo troppo, non ho mai nuotato così
fluido e sciolto. Le braccia eseguono gli ordini prima ancora che siano
impartiti, i deltoidi non sono tesi al limite come in vasca eppure sono
più efficaci, più forti. La bocca sente il salmastro, penso a quel
cocktail, quello col sale sul bordo del bicchiere, come si chiamava? Ma
chi se ne frega, alzo la testa, uff ancora troppo verso la spiaggia,
modifichiamo 'st'angolo: punto a ore due per andare a zero sennò mi
ritrovo a prendere il sole sullo sdraio. Arriva un gommone d'appoggio,
una signora mi grida che sto andando troppo fuori, lo so già ma ti
voglio bene lo stesso perchè mi stai aiutando. Intanto la bracciata è
sempre lì, bella e ben nutrita, tonica e soda, e neanche un accenno di
fiato corto. Che figata nuotare in mare, in piscina starei ancora
nuotando ma più ridimensionato. Ho quasi la tentazione di fare lo
sborone nell'intimo, di definire 'poderosa' la mia nuotata. Adesso sono
riallineato con la prima grande boa di vertice, il gruppone l'ho perso,
pago l'errore di non averlo seguito da subito. Non c'è problema, alla
prossima gara in mare si rimedia. Non so se finisco questa e già penso
alla prossima, ed è subito dipendenza. Sento mentalmente lo Stipcevich
che dice "Lo sapevo ERRI!", reprimo una risata e vado a rana per
studiare la prossima correzione. Prevedo tante correzioni, e realizzo
che il divertimento è anche quello. Lo amo 'sto sport.
La seconda boa è a circa 50m dalla prima, ci arrivo allegrotto a rana,
un terzo dell'opera è in tasca e il fiatone è ancora un ricordo da
vasca. Adesso punto alla terza boa di vertice, il riferimento è la boa
piccola di mezzo, mi allargo verso Ovest per compensare la corrente. La
nuotata è ancora divertita e briosa, fisicamente va tutto bene, ho anche
fatto amicizia con le onde appena accennate, le respirazioni sono
regolari e precise. Temevo le pause da bevuta e sbagliavo. Sono a metà
del percorso, il gruppone ormai non lo vedo più, e comunque non faccio
molto per individuarlo, il mio scopo era capire cosa può farmi una
nuotata così lunga.
Fa capolino un problema, il più ovvio e il meno considerato: gli
occhialini. Mai tenuti addosso per così tempo senza toglierli. In
piscina ci sono i recuperi, capisco che non servono solo per riprendere
fiato, quei secondi preziosissimi servono anche per alleggerire la
pressione sulle orbite. Inizialmente si presenta come un fastidio,
arrivato nei pressi della quarta boa di vertice, il disagio è diventato
molto simile a una cefalea. Più vado avanti e più diventa forte la
voglia di strapparli e gettarli via, ma poi avrei problemi a trovare la
direzione. Senza occhialini posso farmi il bagno a mare con la comitiva,
posso giocare a pallavolo dove si tocca e le altre cose da spiaggia. Ma
nuotare quelle distanze, TZK assurdo. Mi ordino di non frignare, un po'
di pressione dolorosa in faccia non uccide nessuno. E poi manca mezzo
kilometro, il più è in sostanza fatto. Ricorro a un vecchio trucco
orientale per cercare di controllare il dolore: gli do degli attributi,
dei caratteri, vederlo come un oggetto da contemplare. Quest'analisi
dovrebbe distrarmi dal disagio. Inizio con i più semplici, i colori. Il
mio dolore è verde, non so perchè ma è verde. Kalì direbbe prontamente
che è il colore della rana, stramaledico il dorsista ;) e proseguo. A
ogni correzione di rotta trovo nuove caratteristiche del dolore, è
curvilineo, senza discontinuità, come la bracciata che ormai mi rende
orgoglioso come non mai.
Non posso dire che questa tecnica funzioni sempre, rendere oggetto una
sensazione è assurdo, ma con me sta funzionando e non è certo questo il
momento per discettare di psicologia.
Il disagio è sempre lì, ma da un po' ha perso lo scettro del comando,
adesso è meno forte il proposito di schiacciare gli occhialini sotto le
ruote della macchina una volta arrivato.
Ci siamo, sono a vista della prima grande boa, da una barca appoggio
m’indica l'arrivo, un grosso cartellone snobbato dalla mia miopia,
benedettissimi ragazzi e ragazze dell'organizzazione. Eseguo il mio
standard di sprint e passo i pali del traguardo.
Mi alzo in piedi, tolgo gli occhialini e la simulazione di cefalea si
vaporizza. Gioisco per la piccolissima impresa compiuta e ancor più per
una paradossale delusione: non sono stanco, un po' di sete ma niente di
più. Certamente più sentito e "patito" uno scarico di 1800m in piscina.
Faccio una corsetta per dire a Luca che il mezzofondo ha un nuovo
appassionato cultore della materia.
- AAAH Bene, benissimo... allora a Sabaudia sono 2600m, ma andrai
benissimo lo stesso perchè... []... mo mi ricordo di quella volta che...
[]... Uè ragazzi, vi presento Hari, un ragazzo del NG di nuoto,
grandissimo... []... mo devi sapere che quella volta... []...
Una specie di fratello che non ho mai avuto :)
Trascino il grandissimo Stipcevich al bar, devo brindare il mio primo
mezzofondo e non posso farlo senza il mio nuovo mentore del fondo in
loco. Lì ritrovo Jekill e signora, lo avevo perso poco dopo la partenza,
sorrido pensando alle remore e titubanze di qualche giorno fa.
E' tardi e ho il parcheggio a pagamento che scade tra dieci minuti, in
questo breve lasso di tempo dico a Luca che ci si rivede presto alla 2,6
km di Sabaudia e ad alta voce mi chiedo chissà se anche Jekyll sarà dei
nostri.
- Ma certo che viene, ma sì, ma dai che devi semplicemente correggere le
traiettorie... []... quando misuriamo, il percorso è inevitabile che
qualcosa... []... uè ragazzi, è tardi devo andare che mi aspettano a...
[]... è inutile, alla fine il B1, il lavoro di qualità c'ha il suo peso
perchè... []... allora Hari ci si rivede presto e... []... []... []...
P.S:
per Fede77: Luca ti risaluta, lurka ISN come può e attualmente c'ha
impedimenti logistici a riaffacciarsi. Con Jek gli abbiamo dato un paio
di soluzioni che potrebbero tornargli utili, resta il problema del poco
tempo che ha al momento.
Per Loga: GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!! ^_________________^
neanche studiarmi la strada o dannarmi per trovare l'impianto. Conosco
Anzio da sempre, in pratica gioco nel mio giardino. Arrivo comunque
presto, poco prima dei ragazzi dell'organizzazione. Mi dicono che la
partenza sarà posticipata alle 10:30, gli inevitabili disguidi. Non ho
fretta, oggi più che mai, niente scatti, niente virate, niente
riscaldamenti in tonnara. Oggi ragiono da podista: gestione della
fatica, passo lento e costante, niente colpi di testa. Oggi sperimento,
oggi salto veramente nel buio, mai fatto preparazione specifica per il
mezzofondo. Sono eccitato, a breve leggerò altro di me ancora inedito,
niente più ipotesi, saprò se 'sto miglio marino è mio o no.
C'è meno folla rispetto le gare in vasca, davvero pochi anche
considerando che oltre ai master ci sono anche gli assoluti e i bambini.
Faccio la conoscenza di Claudio, M50 patito del fondo e non ama troppo
la vasca, è qui "solo" per riscaldarsi, di pomeriggio si spara la 5km
Anzio-Nettuno. Vedo Claudio e reprimo a fatica la voglia di applaudire,
il confine tra sincerità e piaggeria è difficile da interpretare, specie
per chi non mi conosce. Prendo nota mentalmente "Diventare simile a
Claudio-entro i prossimi 10 anni-anche prima magari".
Mentre aggiorno la lista delle priorità a lungo termine vedo arrivare
Jekill77
- Ma che stamo affà qua???
- Follia Jek, tutta colpa di Ciuco... vabbè un po' pure nostra :)))
Facciamo la fila per l'iscrizione e per il numero scritto sulle spalle.
Niubbissimi di acque libere ci scambiamo le ovvie perplessità del caso e
progettiamo un’articolata tattica di gara: "Annàmo piano e tiràmo a fini
sani e salvi!"
La fine dissertazione è interrotta da una voce che chiama.
- ERRI, ERRI... oh ciao Fabio, cercavo Erri del NG
- Eccolo, è lui!
Do' un volto al leggendario Luca Stipcevich, un torrente di entusiasmo,
una persona che definire 'alla mano/amichevole è riduttivo e
irrispettoso. Luca ti tratta come un amico d'infanzia che non ti vede da
3 giorni
- Oh ragazzi, vi presento 'sto ragazzo del NG! Grande, ErriSceridan!!!
Ahahah ERRI SCERIDAN sicuro!!
- Ehm Luca, sarebbe Hari Seldon, sai Asimov, i romanzi di
fantascienza... pronunciato come lo scrivi... Maurizio, sono Maurizio!!
- Oh ma certo, ma sì :))))... ho letto 'I Robot' quando mi ero fatto
male anni fa... [] ... allora 'sta gara la dovresti affrontare così ma
c'è anche il discorso...[]... mo' ti fai questa e poi a Sabaudia, perchè
la fai Sabaudia eh DAI EH!!!... []...
Ritrovo un vecchio amico che non sapevo di avere. Tra le mille cose di
cui parliamo c'è anche una mezza promessa di entrare nella sua società
sportiva: la situazione dalle mie parti è ancora da definire e l'unica
cosa certa per la prossima stagione è che io continuo a gareggiare.
E' l'ora, si va alla partenza posta a cinquecento metri dall'arrivo: il
percorso è un grosso rettangolo, il suo perimetro è in pratica un miglio
marino (1853m). Ci sono quattro grosse boe che ne individuano i vertici
e due boe più piccole (direzionali) che segnano i punti medi dei due
lati più lunghi. Il criterio è lasciarsi sempre a destra le boe grosse,
pena la squalifica. Chiaro e semplice.
Fanno partire prima gli assoluti, giustamente. Al segnale di via
schizzano via come se facessero un 100 SL, con Jekyll ci guardiamo tra
il perplesso e lo spaventato. Scrollata di spalle, aggiustata agli
occhialini e pronti per la partenza dei master... VIA!!!
Come nelle gare podistiche la correttezza vuole che i più lenti partano
dopo i top, quelli che sono lì per i primi posti. Dalla seconda linea
vedo la stessa foga ammirata negli assoluti.
A due secondi dallo start mi tuffo anch'io, l'acqua è freddina e torbida
per la sabbia. Trovo subito il mio ritmo: bracciate lunghe e rilassate,
lo scopo è scivolare, sentire l'acqua. Poche battute di gambe, si sta a
galla facilmente, pare quasi di nuotare col pull-buoy. Io adoro nuotare
col pull-buoy... m’impongo di restare freddo, di frenare l'entusiasmo,
non è ancora il momento di scomposti balli di gioia per il nuovo mondo
appena scoperto, per l'Hari che non sapeva di amare così il nuoto in
mare, NO! E' presto, devo avere pazienza, il via era pochi minuti fa,
devo essere razionale e badare a quello che sto facendo.
Alzo la testa, il gruppo è già più lontano. Accidenti, vabbè che sto
andando rilassato, ma non sto facendo nuoto libero, sto comunque
spingendo. Realizzo che sono caduto nell'errore tipico del niubbo
marino: nuoto senza "scarrocciare" cioè mi sposto puntando la prima boa
media e la corrente mi spinge verso i frangiflutti facendomi allargare
la traiettoria. Da questo momento in poi è tutto un zigzagare, dovevo
tenerne conto si da subito. Ma continuo a nuotare senza rimproverarmi
come in passato, mi sto divertendo troppo, non ho mai nuotato così
fluido e sciolto. Le braccia eseguono gli ordini prima ancora che siano
impartiti, i deltoidi non sono tesi al limite come in vasca eppure sono
più efficaci, più forti. La bocca sente il salmastro, penso a quel
cocktail, quello col sale sul bordo del bicchiere, come si chiamava? Ma
chi se ne frega, alzo la testa, uff ancora troppo verso la spiaggia,
modifichiamo 'st'angolo: punto a ore due per andare a zero sennò mi
ritrovo a prendere il sole sullo sdraio. Arriva un gommone d'appoggio,
una signora mi grida che sto andando troppo fuori, lo so già ma ti
voglio bene lo stesso perchè mi stai aiutando. Intanto la bracciata è
sempre lì, bella e ben nutrita, tonica e soda, e neanche un accenno di
fiato corto. Che figata nuotare in mare, in piscina starei ancora
nuotando ma più ridimensionato. Ho quasi la tentazione di fare lo
sborone nell'intimo, di definire 'poderosa' la mia nuotata. Adesso sono
riallineato con la prima grande boa di vertice, il gruppone l'ho perso,
pago l'errore di non averlo seguito da subito. Non c'è problema, alla
prossima gara in mare si rimedia. Non so se finisco questa e già penso
alla prossima, ed è subito dipendenza. Sento mentalmente lo Stipcevich
che dice "Lo sapevo ERRI!", reprimo una risata e vado a rana per
studiare la prossima correzione. Prevedo tante correzioni, e realizzo
che il divertimento è anche quello. Lo amo 'sto sport.
La seconda boa è a circa 50m dalla prima, ci arrivo allegrotto a rana,
un terzo dell'opera è in tasca e il fiatone è ancora un ricordo da
vasca. Adesso punto alla terza boa di vertice, il riferimento è la boa
piccola di mezzo, mi allargo verso Ovest per compensare la corrente. La
nuotata è ancora divertita e briosa, fisicamente va tutto bene, ho anche
fatto amicizia con le onde appena accennate, le respirazioni sono
regolari e precise. Temevo le pause da bevuta e sbagliavo. Sono a metà
del percorso, il gruppone ormai non lo vedo più, e comunque non faccio
molto per individuarlo, il mio scopo era capire cosa può farmi una
nuotata così lunga.
Fa capolino un problema, il più ovvio e il meno considerato: gli
occhialini. Mai tenuti addosso per così tempo senza toglierli. In
piscina ci sono i recuperi, capisco che non servono solo per riprendere
fiato, quei secondi preziosissimi servono anche per alleggerire la
pressione sulle orbite. Inizialmente si presenta come un fastidio,
arrivato nei pressi della quarta boa di vertice, il disagio è diventato
molto simile a una cefalea. Più vado avanti e più diventa forte la
voglia di strapparli e gettarli via, ma poi avrei problemi a trovare la
direzione. Senza occhialini posso farmi il bagno a mare con la comitiva,
posso giocare a pallavolo dove si tocca e le altre cose da spiaggia. Ma
nuotare quelle distanze, TZK assurdo. Mi ordino di non frignare, un po'
di pressione dolorosa in faccia non uccide nessuno. E poi manca mezzo
kilometro, il più è in sostanza fatto. Ricorro a un vecchio trucco
orientale per cercare di controllare il dolore: gli do degli attributi,
dei caratteri, vederlo come un oggetto da contemplare. Quest'analisi
dovrebbe distrarmi dal disagio. Inizio con i più semplici, i colori. Il
mio dolore è verde, non so perchè ma è verde. Kalì direbbe prontamente
che è il colore della rana, stramaledico il dorsista ;) e proseguo. A
ogni correzione di rotta trovo nuove caratteristiche del dolore, è
curvilineo, senza discontinuità, come la bracciata che ormai mi rende
orgoglioso come non mai.
Non posso dire che questa tecnica funzioni sempre, rendere oggetto una
sensazione è assurdo, ma con me sta funzionando e non è certo questo il
momento per discettare di psicologia.
Il disagio è sempre lì, ma da un po' ha perso lo scettro del comando,
adesso è meno forte il proposito di schiacciare gli occhialini sotto le
ruote della macchina una volta arrivato.
Ci siamo, sono a vista della prima grande boa, da una barca appoggio
m’indica l'arrivo, un grosso cartellone snobbato dalla mia miopia,
benedettissimi ragazzi e ragazze dell'organizzazione. Eseguo il mio
standard di sprint e passo i pali del traguardo.
Mi alzo in piedi, tolgo gli occhialini e la simulazione di cefalea si
vaporizza. Gioisco per la piccolissima impresa compiuta e ancor più per
una paradossale delusione: non sono stanco, un po' di sete ma niente di
più. Certamente più sentito e "patito" uno scarico di 1800m in piscina.
Faccio una corsetta per dire a Luca che il mezzofondo ha un nuovo
appassionato cultore della materia.
- AAAH Bene, benissimo... allora a Sabaudia sono 2600m, ma andrai
benissimo lo stesso perchè... []... mo mi ricordo di quella volta che...
[]... Uè ragazzi, vi presento Hari, un ragazzo del NG di nuoto,
grandissimo... []... mo devi sapere che quella volta... []...
Una specie di fratello che non ho mai avuto :)
Trascino il grandissimo Stipcevich al bar, devo brindare il mio primo
mezzofondo e non posso farlo senza il mio nuovo mentore del fondo in
loco. Lì ritrovo Jekill e signora, lo avevo perso poco dopo la partenza,
sorrido pensando alle remore e titubanze di qualche giorno fa.
E' tardi e ho il parcheggio a pagamento che scade tra dieci minuti, in
questo breve lasso di tempo dico a Luca che ci si rivede presto alla 2,6
km di Sabaudia e ad alta voce mi chiedo chissà se anche Jekyll sarà dei
nostri.
- Ma certo che viene, ma sì, ma dai che devi semplicemente correggere le
traiettorie... []... quando misuriamo, il percorso è inevitabile che
qualcosa... []... uè ragazzi, è tardi devo andare che mi aspettano a...
[]... è inutile, alla fine il B1, il lavoro di qualità c'ha il suo peso
perchè... []... allora Hari ci si rivede presto e... []... []... []...
P.S:
per Fede77: Luca ti risaluta, lurka ISN come può e attualmente c'ha
impedimenti logistici a riaffacciarsi. Con Jek gli abbiamo dato un paio
di soluzioni che potrebbero tornargli utili, resta il problema del poco
tempo che ha al momento.
Per Loga: GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!! ^_________________^
--
HariSeldon.
"Prima apriva le porte all'immaginazione; poi faceva opera di lima."
(Jorge Luis Borges)
http://haris3ldon.wordpress.com/
HariSeldon.
"Prima apriva le porte all'immaginazione; poi faceva opera di lima."
(Jorge Luis Borges)
http://haris3ldon.wordpress.com/