Post by SteCiao a tutti e scusatemi di queste intromissioni estemporanee.
Delle intromissioni, come le chiami tu, non dobbiamo affatto scusarci:
ci fanno soltanto piacere. Al limite dovremmo scusarti per le assenze :-)
Post by SteI temi sul NG si stanno facendo sempre più approfonditi e
interessanti.
Beh, a furia di discorrere di tutto qualcosa di interessante prima o poi
deve saltar fuori per forza. :-)
Post by SteL'evoluzione del livello del nuoto in questi ultimi anni è dato
tanto dalla evoluzione dei prograami di allenamento, cioè si è
passati ( parlo sempre mediamente, con tutte le eccezioni che ci
possono essere) da allenamenti con grandi moli di lavoro aspecifico e
di supporto a allenamenti sempre con una densità di lavoro importante
sempre maggiore; provo a spiegarmi meglio, prima si facevano un sacco
di km di lavoro aerobico, qualche puntata sul Vo2 max e quasi sempre
solo nei periodi di gara o in modo occasionale si facevano degli
scatti, e se andiamo a vedere di esercitazioni a ritmi vicino a
quelli di gara si faceva ben poco. Le proposte moderne invece mirano
come dicevo a una percentuale decisamente più corposa di ritmi di
questo tipo e soppratutto in modo costante durante la programmazione,
con chiaramente le modifiche del caso.
Mi pare chiaro che queste osservazioni si riferiscono al nuoto agonistico
assoluto.
Post by SteSoppratutto nei master, dove le qualità aerobiche è difficile andarle
a stimolare a fondo, a volte per mancanza di tempo ( le qualità
aerobiche ne richiedono parecchio), a volte per una preparazione di
base incompleta, a volte per una tecnica un pò antieconomica, direi
che è il caso di andare a stimolarle bene, i vantaggi sono quelli già
detti prima: allenamento a ritmi e nuotate vicini a quelli di gara
(quindi molto più specifici), tempi necessari decisamente più ridotti,
presupposti tecnici e fisiologici minori.
In un'ottica finalizzata al miglior risultato possibile in gara non ho
niente da aggiungere o da eccepire alle tue considerazioni.
Ho invece qualche riserva in un'ottica più allargata, laddove oltre al
risultato agonistico si voglia favorire il tipo di lavoro più utile ai fini
del benessere individuale. Quindi prepararsi per le gare è un
obiettivo, ma prima di tutto è importante star bene e poter continuare
questa attività per il maggior tempo possibile, sempre in condizioni di
benessere.
In questa seconda prospettiva non sono tanto convinto che i
lavori specifici vicini ai ritmi di gara (a parte il C3 che male certamente
non fa) siano i migliori per mantenersi in buona salute. Io temo che
siano piuttosto logoranti e a certe età, se non li si affronta con
gradualità e moderazione, anche potenzialmente pericolosi (non dimentichiamo
che i master non sono solo quelli appena fuori, o ancora non del tutto
fuori, dalla tradizionale età agonistica, ma anche persone over 50,
quando non over 60, 70 e addirittura 80 e 90).
Se poi consideriamo che il calendario delle gare master è molto allungato
nell'arco della stagione è anche difficile fare una programmazione che
permetta di circoscrivere certi tipi di lavoro in un solo o in pochi periodi
dell'anno.
Ancora la frequenza degli allenamenti per molti è tale da rendere
problematica una differenziazione dei lavori (tanti si allenano 2 o al
massimo 3 volte la settimana, pochissimi 4 o più volte), nonchè una
programmazione adatta per tutta la squadra.
Post by SteMi sa che mi sono dilungato.
Anch'io, fors'anche di più, ma se l'argomento lo merita non mi sembra una
colpa.
Post by SteIn ogni allenamento e maggior raggione in quelli lattacidi bisogna
tenere presente che una deffinizione comprende per necessità un
insieme di parametri, cioè la tolleranza lattacida (C1) non è
un'aspetto specifico interpretabile in un unico modo ma un qualcosa
che inizia dove finisce lo sviluppo del Vo2 Max e finisce dove
inizia il picco di lattato, i confini vanno sicuramente a fondersi
con le qualità adiacenti. Per cui se prendiamo in considerazione un
estremo o l'altro la proposta cambia in modo sostanziale, per ogni
qualità quindi possiamo avere 2 o forse meglio 3 tipi di aspetti. Si
parla di potenza o capacità in ambito di ogni qualità a seconda che
il limite sia spostato verso il parametro più lattacido o più
aerobico, per cui potenza o capacità nell'ambito della tolleranza
lattacida ( altrimenti detta capacità lattacida) , la stessa cosa in
ambito del picco di lattato ( potenza lattacida).
Mi scuso per la lungagine, spero di aver stuzzicato la curiosità di
qualcuno.
Invito però tutti gli allenatori presenti o che leggono e basta ad
intervenire.... LO SO CHE CI SONO.
Ciao Ste
Grazie dei preziosi contributi e mi unisco alla tua esortazione: il
contributo degli allenatori è sempre quantomai benvenuto. Visto che per il
momento tutti tacciono mi sono permesso di continuare, forse indegnamente,
io la discussione.
Ciao
Vasco
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Possiamo fare soltanto ciò che pensiamo di poter fare e ottenere soltanto
ciò che pensiamo di poter ottenere.
Walter M. Germain