Albe V°
2013-02-19 11:26:19 UTC
Forse qualcuno ricorderà che qualche tempo fa avevo interrotto
l'abitudine di nuotare nei due stili principali (per me) crawl e dorso,
perchè il dorso prolungato mi aveva dato forti dolori ad una spalla.
Da mesi, quindi, faccio solo crawl.
Questa cosa però 'non mi va giù', ci tengo a fare anche altro.
Da un paio di settimane, quindi, ho iniziato una cosa diversa. Sempre
sulla distanza dei 2.500 (che oramai è il mio taglio standard), uso uno
di questi due schemi:
50 crawl + 50 dorso + 50 rana a rotazione
100 crawl + 50 dorso + 50 rana a rotazione
La cosa stupefacente è come passa bene il tempo. La varietà non fa
percepire la monotonia, per cui arrivo a fine sessione che mi sembra di
avere appena iniziato (come noia).
Mentre come fatica, è una cosa terrificante.
Probabilmente il problema sono i diversi ritmi respiratorii dei 3
stili. Non arrivo mai a sciogliermi completamente, ad essere fluido,
scorrevole e col fiato profondo.
Sostanzialmente, ogni volta che cambio stile è come se dovessi
riabituarmi al nuovo ritmo, e faccio veramente una fatica bestiale.
Quello che vorrei capire è se questa fatica sia 'costruttiva' o meno.
Cioè, se vado in piscina è per fare fatica, altrimenti starei sul
divano a guardare la partita.
E se questo schema è faticoso perchè mi porta ad affrontare stili e
variazioni di ritmo nuove (e quindi mi porta ad abbandonare la
consuetudine su cui forse mi ero adagiato), allora lo vedo come una
cosa positiva (il vero allenamento si ha solo se si affrontano i
limiti).
Se invece questa fatica è inutile, allora tanto vale studiare qualcosa
d'altro.
Sicuramente non tornerei a fare sessioni di dorso o rana lunghe, ho già
avuto problemi e vorrei prevenirli. Ma anche proseguire a fare solo
crawl sta diventando troppo noioso...
Qualcuno usa uno schema con gli stili a rotazione?
Magari con singole fasi di lunghezza maggiore?
Alberto
l'abitudine di nuotare nei due stili principali (per me) crawl e dorso,
perchè il dorso prolungato mi aveva dato forti dolori ad una spalla.
Da mesi, quindi, faccio solo crawl.
Questa cosa però 'non mi va giù', ci tengo a fare anche altro.
Da un paio di settimane, quindi, ho iniziato una cosa diversa. Sempre
sulla distanza dei 2.500 (che oramai è il mio taglio standard), uso uno
di questi due schemi:
50 crawl + 50 dorso + 50 rana a rotazione
100 crawl + 50 dorso + 50 rana a rotazione
La cosa stupefacente è come passa bene il tempo. La varietà non fa
percepire la monotonia, per cui arrivo a fine sessione che mi sembra di
avere appena iniziato (come noia).
Mentre come fatica, è una cosa terrificante.
Probabilmente il problema sono i diversi ritmi respiratorii dei 3
stili. Non arrivo mai a sciogliermi completamente, ad essere fluido,
scorrevole e col fiato profondo.
Sostanzialmente, ogni volta che cambio stile è come se dovessi
riabituarmi al nuovo ritmo, e faccio veramente una fatica bestiale.
Quello che vorrei capire è se questa fatica sia 'costruttiva' o meno.
Cioè, se vado in piscina è per fare fatica, altrimenti starei sul
divano a guardare la partita.
E se questo schema è faticoso perchè mi porta ad affrontare stili e
variazioni di ritmo nuove (e quindi mi porta ad abbandonare la
consuetudine su cui forse mi ero adagiato), allora lo vedo come una
cosa positiva (il vero allenamento si ha solo se si affrontano i
limiti).
Se invece questa fatica è inutile, allora tanto vale studiare qualcosa
d'altro.
Sicuramente non tornerei a fare sessioni di dorso o rana lunghe, ho già
avuto problemi e vorrei prevenirli. Ma anche proseguire a fare solo
crawl sta diventando troppo noioso...
Qualcuno usa uno schema con gli stili a rotazione?
Magari con singole fasi di lunghezza maggiore?
Alberto